L’azienda di Bergamo, 15 milioni di fatturato, è specializzata in packaging con un nuovo rivoluzionario materiale ecologico che potrebbe sostituire le plastiche e le schiume chimiche nell’imballaggio industriale. A breve la nomina del nomad e del global coordinator.

Nell’elenco delle aziende tecnologiche che guardano all’Aim per raccogliere nuove risorse con cui finanziare la crescita si è da poco iscritta la Grifal di Bergamo, tipica pmi lombarda, cresciuta in un settore tradizionale, il packaging, che si sta rilanciando grazie alla scoperta di un nuovo materiale che può sostituire plastiche espanse e schiume chimiche in tutto l’enorme mercato dell’imballaggio.

«Oggi gli imballaggi rappresentano una seria minaccia per l’ambiente, complice anche il costante aumento degli acquisti online, ragion per cui nell’ambito del packaging di protezione si sta facendo strada l’utilizzo di materiali sempre più ecologici», ha spiegaro a Mf Aim News Fabio Gritti, il ceo di Grifal.

L’arma non più tanto segreta di Grifal si chiama Cartù, un nuovo tipo di cartone ondulato con cui è possibile realizzare imballi altamente ecosostenibili. Cartù è un cartone mono onda spesso fino a 20 millimetri che combina le particolarità di un cartone di alto spessore con una maggiore leggerezza.

«Può essere utilizzato anche al di fuori del mercato del packaging di protezione, ecco perché ora lo proponiamo ad aziende leader di altri settori,» ha spiegato Gritti il cui obbiettivo è di diventare fornitore di tecnologia. «Per farlo abbiamo ritenuto necessario aprirci al mercato, servono nuovi capitali al fine di avviare altri siti di produzione.»

Sull’onda del successo riscosso da questo materiale rivoluzionario e dalla tecnologia messa a punto per svilupparlo, l’azienda con sede a Cologno Al Serio, provincia di Bergamo, ha deciso di prepararsi, aiutata dall’advisor Ambromobiliare, a sbarcare all’Aim, nei prossimi mesi, più facilmente all’inizio dell’anno prossimo.

Nel 2016 il valore di produzione della Grifal ha toccato 15,2 milioni, contro i 13 milioni del 2015, mentre l’ebitda è stato di 1,5 milioni (1,1 milioni nel 2015).

Oltre ad Ambromobiliare, Pwc è stata scelta strategic come advisor e Bdo per la revisione contabile. Entro la fine di ottobre, al più tardi, verranno individuati il legal advisor, il global coordinator e il nomad.

«Questa è la trentunesima quotazione che seguo di persona», ha sottolineato Giovanni Natali presidente di Ambromobiliare, «ma è la prima che coinvolge una società di Bergamo, città dove sono nato, motivo per il quale tengo particolarmente a quest’operazione».

Articolo estratto da Milano Finanza
di i Francesco Bisozzi